In today’s brand-centric world, co-brands are everywhere. From fast-food joints to credit card companies to fashion, co-branding has been making its mark on business strategy since at least the 1950s. When brands merge, the results can propel a brand’s popularity and success to soaring new heights. But be careful — those same collaborations can sometimes leave a brand fighting to save a once-polished reputation from tarnish and disrepair. Over the past 60 years, co-branding has been used to form a multitude of new partnerships. Popular examples of co-branding exist across a variety of marketplaces. Eddie Bauer,famed for quality clothing and adventure gear, paired with Ford Motor Co. to make a series of successful sport utility vehicles. The Girl Scouts of America partnered with Dairy Queen to sell a limited-edition Blizzard, mixing the famous door-to-door cookies in an ice cream shake.
Celebrity partnerships commonly make their mark on the co-branding world. Prominent examples include basketball legend Michael Jordan teaming up with Nike to produce a shoe. Through this co-brand, the Air Jordan became one of the most successful and widely recognized shoes on the market, with over 23 new versions produced since the original design was first sold in 1984.
In a typical co-branding deal, two or more companies come together and strategically merge some of their own products, services, designs, colors or logos to come up with a new marketable product or service. A successful pairing results in automatic credibility in the eyes of the consumer, increasing popularity and sales for both of the partnered brands. A co-branded product usually crosses into a new marketplace for at least one of the brands involved, allowing both brands to reach a new audience. Martha Stewart’s co-brand with Home Depot is a prime example of an expansion of a brand into a new customer arena. Martha Stewart Living is a predominately female-oriented home goods brand, while Home Depot is a classic home improvement store targeted at the “Mr. Fix It” male consumer. With the merger of these two brands, each company has the opportunity to speak to a new market segment. Co-brands range from the intuitive and
expected, like the popular TGI Fridays and Jack Daniel’s menu offerings, to the unique and surprising.
Continuos on http://www.sideman.com/files/Co-Branding%20Article.pdf
By Kelly McCarthy, Esq., and Samantha Von Hoene Sideman & Bancroft
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Il confezionamento SOTTOVUOTO e in ATMOSFERA PROTETTA sono forme di conservazione degli alimenti. Il processo di modifica chimica e fisica, di deterioramento, di decadimento, di trasformazione degli alimenti, è causato da azioni biologiche, biochimiche e fisiche.
Queste modifiche alterano le caratteristiche organolettiche dell’alimento, cioè le caratteristiche percepite dai nostri sensi (aspetto esteriore, colore, aroma, sapore, consistenza) e le caratteristiche nutritive e chimiche (digeribilità, carica proteica, vitamine, amidi, …). Un’azione particolarmente evidente nelle sostanze grasse in genere e nelle carni è l’ossidazione superficiale.
Per raggiungere la massima qualità dei prosciutti è fondamentale che il maiale sia dirazza iberica, che sia alimentato con le ghiande nell'ecosistema della dehesa, che le cosce siano elaborate in modo artigianale, e che vengano stagionate in essiccatoi naturali. Non è un allevamento, non è una fattoria, è un resort per maiali! Questa è l'impressione che ho avuto visitando l'allevamento di Jude a Dyersville in Iowa. Qui ho conosciuto Jude Becker (assolutamente pronunciato "giud" non "giudi" come ho fatto io inizialmente...), 37 anni e laureato in Agronomia nella Iowa State University, che con non poche difficoltà continua la tradizione di famiglia diventando anche lui un allevatore di maiali specializzandosi però nella produzione di "Organic pork", maiale biologico, certificato "USDA Organic" con gli standard dettati dal National Organic Program (NOP). La famiglia di Jude ha origini in Germania e dopo una prima parentesi in Ohio si stabilirono in Iowa costruendo la loro fattoria su un campo acquistato a 2.50$ per acro nel lontano 1850. Jude è cresciuto nella fattoria nella sua famiglia in cui tutti erano agricoltori ed ha visto con i propri occhi come loro ed anche altri allevatori furono messi sotto pressione dalle industrie affinchè si adattassero ed adottassero le "moderne" tecniche di allevamento intensivo favorendo l'utilizzo di farine OGM, l'uso massivo di antibiotici, allevamenti in strutture chiuse, pesticidi. La famiglia di Jude ha però resistito ed ora può vantare di essere una delle poche Organic Farm certificate presenti nel Nord America. Questa scelta però ancora oggi è poco gradita non solo dalle industrie, ma anche da vicini allevatori che si sono piegati al metodo degli allevamenti intensivi. La carne di maiale per poter essere certificata come "Organic" deve provenire da un maiale
Jude è un prezioso partner per le aziende che intendono a loro volta produrre salame biologico, come quello realizzato da Olli Salumeria, e la carne da lui prodotta viene apprezzata anche in diversi ristoranti giapponesi. La fattoria di Jude alleva circa 5000 maiali all'anno su 300 acri e dispone di 4 collaboratori. Per ultimo Jude mi invita a vedere il laboratorio falegnameria di suo padre. Ora lui non c'è più ma il tempo da allora si è fermato e Jude ne porta vivo il ricordo in questa bottega in cui sembra di vivere una favola circondati da statue, burattini ed oggetti in legno realizzato dallo stesso genitore; in questa stanza Jude è cresciuto ed a ben guardare forse si scorge ancora la figura di un uomo, su quella sedia, intento a scolpire un gioco per suo figlio che tanto lo ama e tanto lo onora superando, ne sono certo, ancora assieme al padre le difficoltà che Jude incontra in questo suo coraggioso progetto di vita. In bocca al lupo Jude. Per maggiori informazioni:
Quasi alla meta e l'ora di fermarsi in quel di Pascoag, circa ad un'ora da Boston e tre da New York. Stefano Dukcevich e sua moglie Carolina fuggirono dalla Croazia dopo la Seconda Guerra Mondiale e si stabilirono a Trieste. Qui acquisiscono le conoscenze necessarie alla lavorazione della carne di maiale ed il loro business principalmente consisteva nella vendita di salsicce ai ristoranti locali. Crebbero ben presto allargando la propria produzione alla preparazione di prosciutti cotti e crudi. E' con Vlado Dukcevich, figlio di Stefano e Carolina, che incomincio l'avventura americana nel 1976 stabilendosi fin da subito in quel di Pascoag, nel Rhode Island a qualche ora a nord dalla città di New York ed a circa 1 ora da Boston. Vlado ha due figli, Stefano e Davide, che da perfetto copione italiano crescono in stabilimento e ad oggi alimentano la terza generazione in casa Daniele. Nella foto a fianco è possibile vedere i due bambini a fianco del babbo Vlado. Nel 2004 inaugurarono il terzo stabilimento della famiglia a Mapleville, ad appena qualche miglio da Pascoag. Il successo è inarrestabile e la famiglia investe ancora costruendo un quarto stabilimento, a partire dal 2012, che diverrà operativo per fine anno 2014. Quest'ultimo stabilimento, costruito a fianco del terzo, è un vero concentrato di tecnologie del settore ed è realizzato a seguito di un investimento di 50 milioni di dollari. Manco a dirlo la tecnologia è tutta italiana e le aziende coinvolte da mesi collaborano al fine di costruire quello che sarà una vetrina in cui mostrare tutto il nostro know how. E' con Lorenza Pasetti, qui a fianco, che John Volpi Foods prosegue la sua storia arrivando ormai alla terza generazione. Mi ha subito colpito Lorenza che, col suo volto sempre sorridente , mi racconta in un perfetto italiano la storia della sua azienda. Era il 1902 quando lo zio Giovanni Volpi, poi John e classe 1875, si trasferì a Saint Louis dal suo paesino lombardo Borghetto Lodigiano. Qui prese dimora al quartiere "Hill" in cui, grazie alla sua intraprendenza, riforniva di salsicce e salami quella che ormai era diventata una colonia composta da circa 3000 italiani. Ancora oggi in Hill si parla italiano ed i colori della nostra bandiera sono visibili in tutto il quartiere. Aveva ben 14 anni quando il papà di Lorenza, Armando Pasetti, prese la sua "valigia di cartone" nel 1938 e da solo si imbarcò per raggiungere lo zio John il quale cominciò ad insegnargli il mestiere del norcino. John non aveva eredi ed accolse Armando come il figlio che non ebbe mai. Armando tornò in Italia solo dieci anni più tardi e di nuovo nel 1952 per sposare la sua Evelina di San Martino dell'Argine, Cremona. Nel frattempo Armando è diventato socio al 20% e Saint Louis è ormai la sua casa. Nel 1957 Armando, con la scomparsa di Giovanni e dell'altro socio Gino, prese le redini della società e con un perfetto connubio di sapori e tecnologie mantiene sempre un contatto con l'Italia rimanendo sempre all'avanguardia nella produzione dei salumi in questa terra così lontana. Lorenza cresce correndo tra i salami della bottega di famiglia e delle sale di stagionatura, studia, si laurea e completa la sua formazione con un Master MBA nella esclusiva Università Washington di Saint Louis. E' grazie a lei John Volpi Foods prosegue la sua strada, diventandone Presidente nel 2002. Da allora l'azienda ha diversificato, ha innovato ed è cresciuta fino a raggiungere le 3 unità produttive, tutte lì, ad Hill. Ma non è finita qui, la voglia di fare di Lorenza è ancora tanta. Ho avuto la possibilità di vedere i 3 stabilimenti, in modo particolare il numero 1, quello da cui è partito tutto e che Lorenza stessa definisce il "Romantico". E romantico effettivamente è, pieno di storia, con ancora la bottega di famiglia e le sale di stagionature realizzate con impalcature di legno e guidovie monorotaia allora al top della tecnologia del settore. E' un emozione vedere che ancora oggi qui si produce salame, fuori l'ombra del maestoso arco di Saint Louis e dentro il profumo del salame che fermenta. Il 20 giugno Armando compirà 90 anni, un sincero augurio a lui ed un ringraziamento particolare alla sua famiglia che mi ha fatto vivere qualche ora di magia in quella terra così lontana nell'aria, ma così vicina col cuore. |
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Donate me a gallon of gasoline! THANK YOU pork2pork.comMi chiamo Mario e sono "nato ed allevato" a Castelnuovo Rangone, nel paese in cui il maiale da più secoli ha portato lavoro e ricchezza. Archives
April 2015
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